In Islanda due teste fresanti TF 100 hanno reso possibile lo scavo del più lungo tunnel pedonale mai realizzato in un ghiacciaio.
A maggio del 2015 due teste fresanti Simex TF 100 hanno concluso lo scavo di una galleria pedonale all'interno del ghiacciaio islandese Langyökull. Con un percorso lungo 536 metri, l'opera si addentra in formazioni di ghiaccio costituitesi nel corso di secoli, consentendo di vedere dal suo interno questo eccezionale spettacolo naturale.
Diamo solo adesso notizia di questo importante successo conseguito dalle nostre attrezzature, in quanto, per quasi quattro anni, i modelli di teste fresanti TF 100 e il TF 50 sono stati oggetto di una disputa con un produttore tedesco circa il brevetto relativo ad alcune soluzioni tecniche adottate. Il raggiungimento di un accordo, realizzato nello spirito del principio di leale concorrenza, ha recentemente concluso la vicenda.
Scavare nel ghiacciaio
Il ghiacciaio Langjökull (che significa “ghiacciaio lungo” in Islandese) con suoi 953 chilometri quadrati di estensione, 50 chilometri di lunghezza e tra i 15 e i 20 di larghezza è il secondo in Islanda per dimensioni, risultando più piccolo solo del vasto Vatnajökull.
Situato a poco meno di 200 chilometri a Nord Est di Reykjavik, il ghiacciaio, che si trova a 1.450 metri di altitudine, ha uno spessore massimo di circa 580 metri e si distende su un esteso sistema di vulcani (due dei quali ancora attivi). Per l'unicità dello spettacolo naturale e la moderata difficoltà di raggiungimento della parte esposta a Sud Ovest, il Langjökull era già da tempo meta di escursionisti provenienti da tutto il mondo.
Nel 2010 Baldvin Einarsson e Hallgrimu Orn Arngrímsson hanno però immaginato un tunnel in grado di penetrare all'interno del ghiacciaio e, con l'aiuto del geofisico Ari Trausti Gudmundsson e della società d’ingegneria Efla, che ha studiato la sua realizzazione, hanno proposto un progetto per lo scavo di una galleria pedonale che appunto consentisse di ammirare dall'interno la massa di ghiaccio. Il progetto ha avuto una lunga gestazione per l'ottenimento dei necessari permessi governativi, ma anche per l’esigenza di valutare a fondo un ampio spettro di considerazioni di natura geologica, ambientale, logistica e costruttiva. Particolare attenzione è stata poi posta per la definizione del piano di sicurezza del personale durante le fasi di cantiere e per quello relativo ai visitatori ad opera completata.
Nella sua fase esecutiva il progetto ha previsto lo scavo di un tunnel, lungo in totale 536 metri e raggiungibile attraverso un “corridoio” di circa 80 metri che, attraverso un portale, permette l'accesso dall'esterno.
Alla fine di questa prima parte di tracciato lineare, in corrispondenza di un camerone, il percorso si biforca in due ulteriori gallerie con tracciato di forma circolare irregolare che, indipendentemente dalla direzione presa, riportano sempre al camerone e quindi al corridoio di accesso. Lungo la parte circolare del tracciato, che nel punto di massima profondità raggiunge i 30 metri rispetto alla quota di superficie, sono inoltre stati ricavati degli allargamenti per ospitare dei punti di informazione e di ristoro e persino una cappella, dove possono trovar posto una cinquantina di persone.
Una volta terminato lo scavo, la galleria è stata inoltre dotata di un sistema di ventilazione e di un suggestivo sistema di illuminazione a led, alla cui alimentazione provvedono pannelli solari e sistemi eolici posti all'esterno, così da minimizzare l'impatto ambientale. A quasi tre anni dalla sua inaugurazione, la struttura sta riscuotendo un notevole successo e si calcola che si possano raggiungere i 20.000 visitatori l'anno.
Simex offre la soluzione per lo scavo
Vista le obbiettive difficoltà di operare in quota e in una zona remota, Into the glacier, la società promotrice del progetto, ha affidato la realizzazione del tunnel ad un'impresa che solitamente opera nell'ampia area ai piedi del ghiacciaio. L'organizzazione e la pianificazione del lavoro si è presentata complessa da molti punti di vista, specie perché l'area individuata per lo scavo della galleria non sarebbe sempre stata accessibile, per via delle mutevoli condizioni meteorologiche.
Per rispettare i tempi assegnati, che prevedevano l'apertura al pubblico entro 1 giugno 2015, prima dell'inizio dei lavori è stata progettata e costruita localmente una macchina che, grazie alla sua particolare configurazione, avrebbe dovuto contrarre i tempi di scavo. Nel corso del 2014, il sistema prescelto aveva però già mostrato i limiti delle soluzioni meccaniche ed idrauliche adottate e non era chiaramente in grado di offrire una produzione adeguata, riuscendo ad avanzare di soli 2 metri al giorno.
L'impresa ha dunque cercato di individuare un nuovo sistema di scavo che garantisse migliore affidabilità e soprattutto produzioni più elevate che consentissero di restare entro i tempi assegnati per la conclusione dei lavori. La soluzione è stata indicata dal concessionario Simex per l'Islanda Vèlfang che, dopo aver valutato le dimensioni della galleria ha proposto la testa fresante TF 100, giudicandolala più adatta al tipo di applicazione.
Si trattava, in sostanza, di optare per un sistema di scavo ad attacco puntuale utilizzando una macchina motrice e un'attrezzatura di dimensioni adeguate a quelle del piccolo tunnel con altezza di circa 3 metri e larghezza compresa, a secondo del punto, fra 2 e 5 metri e quindi con un fronte di scavo mediamente compreso tra i 6 e i 15 metri quadrati.
L’attrezzatura scelta doveva inoltre permettere di scavare nicchie e cameroni di maggiori dimensioni, senza compromettere i tempi previsti dal programma dei lavori. Dopo avere impiegato il TF 100 in via sperimentale su un tratto rettilineo dell'imbocco, è emerso che le produzioni potevano essere immediatamente raddoppiate, e addirittura triplicate una volta che gli operatori avessero messo a punto la tecnica migliore per utilizzare macchina ed attrezzatura. Il metodo ha quindi mostrato di essere la soluzione più efficace e rapida per garantire le produzioni richieste ed è stato immediatamente adottato.
Terminato lo scavo del corridoio di accesso, e giunti al punto in cui si sarebbe dovuto iniziare lo scavo del camerone da cui si dipartivano i due rami del tracciato di forma circolare irregolare, sono stati creati due fronti di scavo che si sarebbero incontrati a circa metà del percorso. Sono dunque stati utilizzati due TF 100, uno accoppiato ad un mini escavatore Terex TC 40 e l’altro ad un JCB 8026, che hanno scavato in direzione opposta, fino appunto a raggiungere quasi contemporaneamente il punto di sfondamento dell'ultimo diaframma di ghiaccio e completare il tracciato. Un terzo TF 100 è stato invece acquistato come scorta per consentire di proseguire l'avanzamento anche nel caso una delle due attrezzature impiegate necessitasse di interventi di manutenzione (una precauzione necessaria a cui però non si è mai dovuti ricorrere). Allo smarino del ghiaccio fresato ha provveduto un sollevatore telescopico munito di benna, che, dopo aver atteso l’uscita dei mini escavatori, ha periodicamente raggiunto ciascun fronte di scavo e ha trasportato il materiale all’esterno del tunnel.
Per tutta la durata dei lavori, i TF 100 hanno mostrato un'ottima capacità di scavo nel ghiaccio consistente e millenario dello Langjökull, come del resto ci è stato riferito da Einar S.Traustason, uno dei due titolari dell'impresa che ha eseguito il lavoro: ” i TF 100 hanno davvero reso possibile la realizzazione dell'opera. In apparenza scavare nel ghiaccio può sembrare un'operazione che non presenta alcuna difficoltà, ma quando si tratta di materiale accumulato e compresso nei secoli, come quello che s'incontra a venti o a trenta metri di profondità su un ghiacciaio in alta quota, le cose cambiano. Siamo dunque soddisfatti di queste attrezzature che ci hanno davvero consentito di terminare lo scavo nei tempi previsti”.
A secondo della profondità (come già sottolineato, quella massima del tunnel rispetto alla superficie è di 30 metri), il ghiaccio presente in una massa di quell'entità è infatti molto compatto, cioè caratterizzato da una bassa quantità di vuoti e quindi, in funzione della zona in cui si trova, può arrivare ad avere resistenze a compressione monoassiale comprese tra 5 e 10 MPa. Un ghiacciaio si forma infatti per la compressione di vari strati di neve che si accumulano e che si compattano nel tempo per effetto del peso di quelli superiori (fenomeno definito metamorfismo dei cristalli di ghiaccio). I due piccoli TF sono dunque stati sottoposti ad un lavoro assimilabile allo scavo di un ammasso roccioso di modesta resistenza, e non a quello di un ghiaccio formatosi su uno specchio d'acqua per effetto delle basse temperature.
Teste fresanti Simex TF 50 e 100: i più piccoli di una gamma di dieci modelli
Il TF 100 può essere montato su mini escavatori da 2,5 a 4 tonnellate e, insieme all'ancora più piccolo TF 50, progettato invece per essere accoppiato con mini 1,2 fino 4 tonnellate, fa parte della gamma di teste fresanti Simex composta da ben dieci modelli.
Piccole ma potenti, il TF 50 e il TF 100 sono teste fresanti che permettono lo scavo per la loro intera larghezza, grazie ad un sistema innovativo a catena centrale che non lascia zone non scarificate, consentendo così di sfruttare al meglio la capacità di lavoro dell'attrezzatura (dal TF 200 in su tutte le teste fresanti sono però prive di catena centrale e sono invece azionate da un motore coassiale, una soluzione brevettata da Simex).
Particolarmente adatte ad impieghi in ambito florovivaistico e forestale, quali ad esempio il taglio di ceppi e radici, queste attrezzature si dimostrano molto efficaci anche per lo scavo di piccole trincee in terreno roccioso o la realizzazione di scavi per la posa di pozzetti per reti idriche, telefoniche o elettriche.
Il TF 50 e il TF 100 possono essere impiegati con successo anche per le scarifiche di muri in cls o per la rimozione di intonaci e, grazie al peso e alle dimensioni limitate delle macchine motrici con cui sono accoppiate, sono ideali per le ristrutturazioni di edifici civili e industriali. Una capacità applicativa ulteriormente sottolineata dal basso livello di rumorosità anche in ambienti confinati. Queste attrezzature si dimostrano inoltre estremamente risolutive per la profilatura di superfici orizzontali o verticali che necessitano di essere regolarizzate.